lunedì 27 gennaio 2014

DSA e BES: chi sono costoro?




Misteriosi acronimi che non fanno più paura!




Nei BES sono inclusi i disturbi specifici dell’apprendimento  (DSA) come dislessia, disgrafia, discalculia, iperattività…, difficoltà che possono essere classificate con un sistema diagnostico-clinico da un medico e che pertanto possono essere certificate, ma rientrano anche altre situazioni che possono rendere “difficile” l’apprendimento e che hanno come conseguenza uno scarso profitto scolastico. In quest’ottica parliamo di  BES  (BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI): un bambino ha un BES quando il suo “funzionamento” nell’apprendimento e nello sviluppo incontra una qualche difficoltà che, in alcuni casi ha solo un carattere transitorio. Le difficoltà di cui stiamo parlando non sono una conseguenza di una causa specifica, ma derivano dall’incrocio di molti fattori che riguardano sia il bambino stesso, sia i contesti che egli abita.  Ad esempio, un apprendimento difficile può derivare dalla combinazione di:
difficoltà emozionali (timidezza, ansia, collera, scarsa motivazione, insicurezza…)
difficoltà comportamentali (aggressività, cattiva condotta..) 
difficoltà nell’ambito psico-affettivo (bambini isolati, bambini passivi, bambini troppo  dipendenti da una figura adulta…)
difficoltà causate da particolari condizioni fisiche (esiti di incidenti, malattie croniche, ospedalizzazione prolungata…)
difficoltà dovute a fattori contestuali-ambientali (famiglie disgregate, bambini che hanno vissuto un lutto, bambini trascurati, difficili condizioni socio-economiche, scarso dialogo con la scuola, materiali di apprendimento inadeguati…)










I DSA rientrano, invece in una vecchia nomenclatura:
Si prendono in esame le difficoltà più frequenti nella comunicazione orale e scritta tralasciando i casi più gravi come la sordità, l'agrafia, l'alessia e l'afasia perché occorre personale specializzato e spesso sono conseguenze di disturbi neurologici . Ad esempio l'alessia, o incapacità di riconoscere la scrittura, e l'afasia, incomprensione del linguaggio o incapacità a pronunciare le parole, possono essere conseguenze di lesioni cerebrali.
Dislessia e dislalia - Questi disturbi della pronuncia, affini tra loro, possono essere causati da scarsa comprensione del linguaggio, da difetti fisici (anomalie o cattivo funzionamento della laringe, della lingua ecc.)o da motivi psicologici (eccessiva ansietà, timidezza, lentezza, eccessiva fretta). Sembra che in alcuni paesi stranieri in cui si nota minore corrispon-denza tra lingua scritta e lingua parlata (Francia, Gran Bretagna, Svezia) questi disturbi siano più diffusi, tanto che nelle scuole francesi opera un buon numero di ortofonisti per la rieducazione del linguaggio; però anche in Italia molti bambini alle medie presentano difficoltà nella lettura e nella pronuncia. A parte i casi più gravi in cui occorrerebbe una vera e propria rieducazione, è necessario individuare le cause della dislessia e cercare di eliminarle; in ogni caso è bene esercitare l'alunno alla lettura, non fargli pesare le difficoltà, abituare i compagni ad accettare le sue difficoltà e a non deriderlo e soprattutto infondere fiducia ed attendere con pazienza, anche per anni, che l'alunno superi le sue incertezze.
Disgrafia - Secondo la definizione di Ajuriaguerra è disgrafico il ragazzo la cui scrittura presenta anomalie in assenza di deficit neurologico. Riteniamo che il ragazzo debba essere seguito da personale specializzato perché e necessario individuare le cause della disgrafia, cercare di eliminarle ed effettuare una vera e propria rieducazione alla scrittura.











Disortografia, errori nella divisione in sillabe, nell'uso dei segni di interpunzione, nelle maiuscole. Si riportano errori rilevati nei temi di alcuni studenti: "doddore - videro l'equipaggio carbonizato - proseguimo - l'asciati - noi riuscimo -inteligenza - preghai - visto che cera l'aria - esporammo - erano unguali a noi - disu/ bidiamo - ci anno divisi". È in questo settore che l’azione didattica può ottenere i maggiori risultati, anche se talvolta con una lentezza quasi esasperante poiché se il ragazzo ha "appreso" un uso errato del linguaggio e ne ha fatta quasi una abitudine (non intendiamo certamente incolpare gli insegnanti delle scuole elementari!) occorre molto tempo per "rieducare" ad un uso corretto dei termini e soprattutto alla grafia esatta delle parole. Scrivere con precisione e proprietà di linguaggio ha come presupposto una sufficiente memoria uditiva e visiva, precisione, capacità di riflessione, attenzione costante.
Troveremo spesso ragazzi disordinati, incostanti, distratti, dotati di scarsa memoria, per i quali scrivere correttamente è cosa estremamente difficile. Potremo abituarli a riflettere sull'uso della lingua, a rileggere con attenzione quanto si è scritto e, in certi casi, a "togliere" cattive abitudini con l'uso di schede ortografiche che dovrebbero essere preparate appositamente per correggere determinati errori. I risultati non sono mai immediati, però gli alunni compilano volentieri facili schede di ortografia e si abituano a riflettere sulla lingua, sull'uso dei termini e sulla loro esatta grafia.
Errori nell'uso del lessico e nella struttura dei periodi - Riportiamo alcuni periodi dai componimenti : "Il mondo del futuro non sarà migliore specialmente la gente ".
"lo ho molti amici, però i più preferiti sono quelli della mia età".
" Intanto al traguardo del primo giro si potevano sempre vedere Carloni seguito da Marzio che guadagnava terreno, ma non solo lui anche Silla che aveva superato Falchetti che nella curva in fondo al campo di lancio del disco era scivolato".
"Nel campo dell'energia atomica, che è molto sviluppata, ma è anche dannosa al 100%, perché tutto il giorno fanno scoppiare bombe atomiche, per vedere la potenza della bomba".





La multimedialità si rivela ancora una volta vincente nella didattica! I ricordi visivi uniti a quelli uditivi, occupano spazi diversi nel cervello! Ma se al video in contemporanea si unisce l'audio, si scopre che nuove zone cerebrali vengono attivate, rinforzando e consolidando i ricordi con un solo percorso mediale!






In questi periodi si nota che molti termini, come "preferiti", "dannosa", non sono usati correttamente e soprattutto si nota la difficoltà a strutturare il periodo in maniera semplice e chiara. La forma è contorta, faticosa, poco lineare. Anche in questo caso il miglioramento sarà piuttosto lento, tanto più se il ragazzo si esprime oralmente con difficoltà. Bisogna abituare gli alunni a leggere molto, a parlare con una certa correttezza, a trovare un modo semplice e corretto per esprimere le proprie idee. Talvolta, dopo tentativi ritenuti vani ed infruttuosi, si nota un certo miglioramento in conseguenza della maturazione dell'alunno e dell'acquisizione di una certa sicurezza, il che si riflette anche nell'uso del linguaggio. Anche in questo caso e necessario stimolare gli alunni, esercitarli a leggere, a comprendere il testo, ad esprimere il proprio pensiero continuando nella propria azione anche se i risultati non sembrano proporzionati agli sforzi compiuti.
Difficoltà nell'esprimere le proprie idee
Fabio scrive: "II mondo di oggi è pieno d'invenzioni più strane e sconosciute. Ogni anno si scopre una cultura diversa e una scienza diversa. Dai tempi remotissimi ad adesso la cultura non si è mai fermata".
E Giuseppe: "Nel futuro gli scienziati hanno già detto che ci saranno delle specie di macchine simili all'uomo ma che sono chiamati robot e che ci serviranno molto. Ma nel futuro non ci saranno solo queste macchine, ma ci saranno anche degli aerei che permetteranno di visitare la luna, e tutti potranno andare. Il mondo del futuro non si può descrivere perché può darsi che quello che scrivono sui giornali o dicono in TV può darsi che siano tutte cose non vere, perché il mondo può darsi che resti uguale e i robot non li creino".





In questi passi si nota difficoltà a formare periodi corretti e soprattutto ad esprimere con chiarezza le proprie idee. Ripetizioni, contorsioni, uso non corretto dei termini rendono la lettura molto faticosa. Spesso il periodo e confuso perché sono confuse le idee; ad esempio Giuseppe delinea alcuni aspetti del futuro e poi afferma che non è possibile descriverlo. Spesso gli alunni che si esprimono con difficoltà vivono in un ambiente poco stimolante, sono poco interessati allo studio o hanno gravi problemi da affrontare; ecco perché forse questo è uno degli scogli maggiori da superare. Un disturbo nella comunicazione, spesso, non è che un sintomo di un problema molto più grave, è un mezzo per chiedere inconsciamente aiuto, per indicare che il soggetto non riesce a superare una grossa difficoltà. In questo caso gli sforzi dell'insegnante sono vanificati: bisognerebbe eliminare le cause reali ed in seguito procedere alla rieducazione del linguaggio.



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