giovedì 30 gennaio 2014

I BES ….. passo a passo !!!

              



I BES ….. passo a passo !!!                                                     

1 parte



Scacco matto in 20 mosse !!!  Secondo O. S.








































































Tutto, ma proprio tutto, sulla didattica inclusiva e personalizzata dei BES

mercoledì 29 gennaio 2014

L'autismo di Cascina Rossago







A puntare i riflettori su una patologia che in Italia colpisce 60 mila persone è stata un’intervista. Daria Bignardi dal tavolo delle ‘Invasioni barbariche’ ha raccolto la testimonianza di Franco Antonello, padre di Andrea un giovane autistico e il libro in cui si racconta il viaggio che hanno compiuto in America è giunto in breve alla sesta ristampa. Segno che si vuole conoscere una malattia di cui si sa ancora poco.






E forse si fa ancora meno, perché sono pochi i centri che si occupano della patologia. A Pavia esiste il ‘Dosso verde’ che segue i ragazzi fino all’adolescenza e poi? Da un gruppo di genitori nel 1998 è nata così l’esigenza di avere una comunità che si occupi dei ragazzi anche dopo la maggiore età, perché dall’autismo non si guarisce. Nel 2002, quindi, come struttura pilota in Italia, sull’esempio delle farm communities, è nata Cascina Rossago, un centro residenziale agricolo che ospita 24 giovani adulti. «Si è optato per una farm communities — spiega la direttrice del centro accreditato dalla Regione, Stefania Ucelli di Nemi — perché la natura fornisce il ritmo giorno/notte. Immersi nella natura si vive una scansione del tempo, diversa da quella che si può avere in città. E per gli autistici che in linea di massima non tollerano la confusione è l’ideale perché qui si possono svolgere attività semplici».





L'ambiente autistico a Cascina Rossago





I ragazzi si occupano della coltivazione e raccolta di frutta del frutteto che conta 500 alberi, curano i terrazzamenti ad orto, raccolgono il fieno, vendemmiano. Ma non solo, si curano degli animali da cortile (soprattutto capre, galline, oche, sono previsti degli asini) e hanno anche 16 alpaca (13 sono nati a Cascina e ogni ospite a turno dà il nome a un nuovo nato) che forniscono lana per il laboratorio di tessitura. «Avere a che fare con un animale impone che si pensi a lui - aggiunge la direttrice -. Si deve creare un rapporto con l’animale e per ragazzi che hanno difficoltà nel comunicare, gli animali rappresentano un ponte verso gli umani. Poi gli alpaca sono molto empatici e svolgono un’importante funzione riabilitativa».
Tra i laboratori di falegnameria e restauro, c’è pure spazio per le attività espressive come la pittura, il bricolage o la musica. All’interno di Cascina Rossago, infatti, è nata un’orchestra costituita da quattordici percussionisti affetti da autismo e almeno altrettanti fra studenti, specializzandi e docenti dell’università di Pavia, legati dalla passione per la musica e l’interesse per la ricerca scientifica che tengono numerosi concerti. «Svolgiamo tante attività che danno buoni risultati - conclude la direttrice - perché i ragazzi hanno dimostrato un miglioramento nell’area della comunicazione».



L'ambiente autistico a Cascina Rossago




In particolare

Il pianeta nascosto dell'autismo si affaccia sulle pagine della cronaca nera quando padri disperati sopprimono figli malati, adulti ingovernabili, ai quali hanno sacrificato una vita. Sono decine di migliaia le famiglie italiane abbandonate e senza forze, che trascinano vite seminascoste, dentro case trasformate in manicomi domestici. Famiglie che non hanno avuto un posto come questo per i loro figli, come questa Cascina Rossago, unico esperimento di farm community per autistici
Quello dell'autismo è davvero un pianeta sconosciuto, ancora oggi esplorato da studi scientifici che non danno risposte definitive. Una realtà circondata da luoghi comuni. Che gli autistici siano per lo più bambini, misteriosi e forse non infelici nel loro isolamento. Che siano conchiglie destinate ad aprirsi, per lasciare finalmente libero un essere umano completo. Che siano bambini enigmatici, e però tutti dotati di inspiegabili genialità. In verità, poi, questi ragazzini crescono, diventano grandi, magari perdono la loro grazia infantile. Lo sguardo degli altri si allontana, nessuno li vuole più vedere. Che fare di questi uomini e donne, e delle loro famiglie abbandonate? 
Cascina Rossago è la prova di quel che si potrebbe fare per gli autistici. Anzi, di quello che si è fatto - fra mille difficoltà, mille problemi - a partire da un nucleo di cinque famiglie con figli autistici. Bisognerebbe che tutti - genitori, studiosi, amministratori pubblici - potessero vedere. Molti lo fanno: l'andirivieni di visitatori è continuo. Vale l'iniziativa privata, lo slancio di persone che decidono di impegnare tutte le loro risorse. Il sostegno pubblico, indispensabile, viene solo a cose fatte. Per la Cascina Rossago è andata così - una convenzione regionale che copre parte delle spese - ma non sempre funziona. L'assistenza pubblica, in questo particolare settore, è quanto mai inadeguata.




L'ambiente autistico a Cascina Rossago




Qui vivono 24 ospiti (l'età va dai 15 anni del più giovane ai 43 del più adulto, ma la media è fra 20 e 30), insieme con 47 persone fra assistenti, operatori, medici, lavoranti. La farm community è una soluzione esplorata a partire dagli anni Settanta, in diversi paesi. Gli autistici hanno enormi difficoltà a vivere in un ambiente cittadino: troppi rumori, troppe persone sconosciute, troppi imprevisti. Tutti hanno visto Rain Man, il film in cui Dustin Hoffman era Raymond, un autistico adulto, genio naturale della matematica ma spaesato nel mondo. "Quel film ha fatto un gran servizio - dice Stefania Ucelli, docente di psicologia della riabilitazione e dell'handicap a Pavia, direttrice della Cascina Rossago - Chi ha a che fare con l'autismo l'ha molto amato, anche se mostrava un caso eccezionale". Consulente tecnico di Rain Man era il professor Bernard Rimland, un'autorità scientifica assoluta. 




L'ambiente autistico a Cascina Rossago





Dunque nella cascina-comunità vivono 24 Raymond: non tutti geniali, ma a volte sì. S., per esempio, è una donna di 40 anni che praticamente non parla, ma ha un talento musicale notevole: crea motivi alla tastiera, e anche sofisticati. Vivono e lavorano: "Cerchiamo di far assumere loro un'identità adulta, e un'autonomia, attraverso il lavoro". Accudiscono gli animali (capre e alpaca), tagliano legna, creano ceramiche, imparano a tessere, aiutano a raccogliere frutta e fieno. "Identificano il lavoro come fatica fisica e quotidianità. Di sé dicono: faccio lo stalliere, faccio il ceramista", racconta ancora la dottoressa Ucelli. Sono tutte attività codificate, con ritmi prestabiliti: i pazienti autistici hanno bisogno di avere intorno un ordine riconosciuto, qualcosa da fare. L'inattività li perderebbe. Oltre a questo, vanno in piscina, e giocano a basket con la supervisione di Marco Calamai, allenatore di serie A. 





L'ambiente autistico a Cascina Rossago




Chi si ritrova in casa un figlio autistico adulto non sa letteralmente che cosa fargli fare. Non sa come affrontare gli episodi di violenza o di autolesionismo, frequenti in stato di abbandono. Può capitare anche qui alla cascina, soprattutto l'autolesionismo, seppure non di frequente. Ma l'atmosfera che si respira è piuttosto di una grande, ordinata tranquillità. Gli alloggi sono luminosi, ogni ospite ha una sua stanza individuale con bagno, e può personalizzarla come vuole. P. ha una passione per le videocassette e per il rock duro. Un altro stravede per le auto anni Sessanta, in particolare la Talbot Tagora. A. ha voluto mobili massicci fabbricati al suo paese. Molti appendono disegni e fotografie, o tengono pupazzi. 





L'ambiente autistico a Cascina Rossago




Insieme, come percussionisti, fanno musica con un gruppo di operatori, una volta alla settimana: "Abbiamo verificato che la forma musicale adatta è il jazz - dice il dottor Pierluigi Politi - Una struttura fissa, e poi improvvisazione". E' la struttura della loro vita qui: stabilità, ritmi riconoscibili, su cui sviluppare variazioni e talenti individuali. 
Un luogo comune è che gli autistici siano isole inavvicinabili, che non riescano a comunicare e ad avere relazioni. Ma qui le smentite non mancano. Passare la palla a un compagno, giocando a basket, è relazione. Così come far nascere amicizie e complicità. G. è un giovane non verbale (cioè quasi non parla) ma è atletico e forte. Fa coppia con un altro ragazzo, meno dotato fisicamente ma verbalmente abile: lo scorta e gli porta i pesi. "G. è mio amico", ha scritto l'altro. T. ha una forma di autismo grave e un ritardo, ma ha un quoziente intellettivo alto, è bravo con la matematica, e soprattutto è un geniale ladro di dolci: sa aprire i lucchetti a combinazione, e inscenare stratagemmi sofisticati per eludere la sorveglianza e raggiungere il suo obiettivo. Molti di loro hanno innamoramenti, e li sanno riconoscere. 
La Cascina Rossago (esiste da 12 anni) è dunque un esperimento riuscito. Ma è (ancora) l'unica farm community in Italia. Gli autistici adulti, in Italia, sono di fatto abbandonati, e con loro le famiglie. "La scuola è l'unica struttura che regge, con insegnanti di sostegno. Poi, quando i loro compagni vanno all'università, gli adolescenti autistici hanno davanti il vuoto. Esattamente quella discontinuità che aggrava le loro esistenze". E' come se quei bambini autistici sparissero, e in effetti questo succede: le famiglie si rinchiudono, hanno vergogna di quella persona che nessuno vuole vedere, sono privi di aiuto. "Si creano intrecci di disperazione: i primi ghettizzati sono i genitori". 




L'ambiente autistico a Cascina Rossago





Proprio cinque genitori hanno messo in piedi questo esperimento, investendo tutti i soldi che avevano e cercandone altri, acquistando il terreno e ristrutturando l'edificio. Oggi la Cascina Rossago è inserita nel piano sanitario regionale: la Regione paga circa due terzi delle spese. I medici lavorano in collaborazione con l'università di Pavia. Ogni ospite costa circa 2.100 euro al mese: i genitori versano le pensioni di invalidità e i contributi di accompagnamento, e a volte ottengono sussidi dai Comuni. E' molto difficile, ma si può fare: "Noi consigliamo di partire da un piccolo gruppo, per esempio un doposcuola", dice la dottoressa Ucelli. E, soprattutto, la comunità è quella speranza concreta che potrebbe impedire a tanti inferni nascosti di precipitare nella cronaca nera. 



lunedì 27 gennaio 2014

DSA e BES: chi sono costoro?




Misteriosi acronimi che non fanno più paura!




Nei BES sono inclusi i disturbi specifici dell’apprendimento  (DSA) come dislessia, disgrafia, discalculia, iperattività…, difficoltà che possono essere classificate con un sistema diagnostico-clinico da un medico e che pertanto possono essere certificate, ma rientrano anche altre situazioni che possono rendere “difficile” l’apprendimento e che hanno come conseguenza uno scarso profitto scolastico. In quest’ottica parliamo di  BES  (BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI): un bambino ha un BES quando il suo “funzionamento” nell’apprendimento e nello sviluppo incontra una qualche difficoltà che, in alcuni casi ha solo un carattere transitorio. Le difficoltà di cui stiamo parlando non sono una conseguenza di una causa specifica, ma derivano dall’incrocio di molti fattori che riguardano sia il bambino stesso, sia i contesti che egli abita.  Ad esempio, un apprendimento difficile può derivare dalla combinazione di:
difficoltà emozionali (timidezza, ansia, collera, scarsa motivazione, insicurezza…)
difficoltà comportamentali (aggressività, cattiva condotta..) 
difficoltà nell’ambito psico-affettivo (bambini isolati, bambini passivi, bambini troppo  dipendenti da una figura adulta…)
difficoltà causate da particolari condizioni fisiche (esiti di incidenti, malattie croniche, ospedalizzazione prolungata…)
difficoltà dovute a fattori contestuali-ambientali (famiglie disgregate, bambini che hanno vissuto un lutto, bambini trascurati, difficili condizioni socio-economiche, scarso dialogo con la scuola, materiali di apprendimento inadeguati…)










I DSA rientrano, invece in una vecchia nomenclatura:
Si prendono in esame le difficoltà più frequenti nella comunicazione orale e scritta tralasciando i casi più gravi come la sordità, l'agrafia, l'alessia e l'afasia perché occorre personale specializzato e spesso sono conseguenze di disturbi neurologici . Ad esempio l'alessia, o incapacità di riconoscere la scrittura, e l'afasia, incomprensione del linguaggio o incapacità a pronunciare le parole, possono essere conseguenze di lesioni cerebrali.
Dislessia e dislalia - Questi disturbi della pronuncia, affini tra loro, possono essere causati da scarsa comprensione del linguaggio, da difetti fisici (anomalie o cattivo funzionamento della laringe, della lingua ecc.)o da motivi psicologici (eccessiva ansietà, timidezza, lentezza, eccessiva fretta). Sembra che in alcuni paesi stranieri in cui si nota minore corrispon-denza tra lingua scritta e lingua parlata (Francia, Gran Bretagna, Svezia) questi disturbi siano più diffusi, tanto che nelle scuole francesi opera un buon numero di ortofonisti per la rieducazione del linguaggio; però anche in Italia molti bambini alle medie presentano difficoltà nella lettura e nella pronuncia. A parte i casi più gravi in cui occorrerebbe una vera e propria rieducazione, è necessario individuare le cause della dislessia e cercare di eliminarle; in ogni caso è bene esercitare l'alunno alla lettura, non fargli pesare le difficoltà, abituare i compagni ad accettare le sue difficoltà e a non deriderlo e soprattutto infondere fiducia ed attendere con pazienza, anche per anni, che l'alunno superi le sue incertezze.
Disgrafia - Secondo la definizione di Ajuriaguerra è disgrafico il ragazzo la cui scrittura presenta anomalie in assenza di deficit neurologico. Riteniamo che il ragazzo debba essere seguito da personale specializzato perché e necessario individuare le cause della disgrafia, cercare di eliminarle ed effettuare una vera e propria rieducazione alla scrittura.











Disortografia, errori nella divisione in sillabe, nell'uso dei segni di interpunzione, nelle maiuscole. Si riportano errori rilevati nei temi di alcuni studenti: "doddore - videro l'equipaggio carbonizato - proseguimo - l'asciati - noi riuscimo -inteligenza - preghai - visto che cera l'aria - esporammo - erano unguali a noi - disu/ bidiamo - ci anno divisi". È in questo settore che l’azione didattica può ottenere i maggiori risultati, anche se talvolta con una lentezza quasi esasperante poiché se il ragazzo ha "appreso" un uso errato del linguaggio e ne ha fatta quasi una abitudine (non intendiamo certamente incolpare gli insegnanti delle scuole elementari!) occorre molto tempo per "rieducare" ad un uso corretto dei termini e soprattutto alla grafia esatta delle parole. Scrivere con precisione e proprietà di linguaggio ha come presupposto una sufficiente memoria uditiva e visiva, precisione, capacità di riflessione, attenzione costante.
Troveremo spesso ragazzi disordinati, incostanti, distratti, dotati di scarsa memoria, per i quali scrivere correttamente è cosa estremamente difficile. Potremo abituarli a riflettere sull'uso della lingua, a rileggere con attenzione quanto si è scritto e, in certi casi, a "togliere" cattive abitudini con l'uso di schede ortografiche che dovrebbero essere preparate appositamente per correggere determinati errori. I risultati non sono mai immediati, però gli alunni compilano volentieri facili schede di ortografia e si abituano a riflettere sulla lingua, sull'uso dei termini e sulla loro esatta grafia.
Errori nell'uso del lessico e nella struttura dei periodi - Riportiamo alcuni periodi dai componimenti : "Il mondo del futuro non sarà migliore specialmente la gente ".
"lo ho molti amici, però i più preferiti sono quelli della mia età".
" Intanto al traguardo del primo giro si potevano sempre vedere Carloni seguito da Marzio che guadagnava terreno, ma non solo lui anche Silla che aveva superato Falchetti che nella curva in fondo al campo di lancio del disco era scivolato".
"Nel campo dell'energia atomica, che è molto sviluppata, ma è anche dannosa al 100%, perché tutto il giorno fanno scoppiare bombe atomiche, per vedere la potenza della bomba".





La multimedialità si rivela ancora una volta vincente nella didattica! I ricordi visivi uniti a quelli uditivi, occupano spazi diversi nel cervello! Ma se al video in contemporanea si unisce l'audio, si scopre che nuove zone cerebrali vengono attivate, rinforzando e consolidando i ricordi con un solo percorso mediale!






In questi periodi si nota che molti termini, come "preferiti", "dannosa", non sono usati correttamente e soprattutto si nota la difficoltà a strutturare il periodo in maniera semplice e chiara. La forma è contorta, faticosa, poco lineare. Anche in questo caso il miglioramento sarà piuttosto lento, tanto più se il ragazzo si esprime oralmente con difficoltà. Bisogna abituare gli alunni a leggere molto, a parlare con una certa correttezza, a trovare un modo semplice e corretto per esprimere le proprie idee. Talvolta, dopo tentativi ritenuti vani ed infruttuosi, si nota un certo miglioramento in conseguenza della maturazione dell'alunno e dell'acquisizione di una certa sicurezza, il che si riflette anche nell'uso del linguaggio. Anche in questo caso e necessario stimolare gli alunni, esercitarli a leggere, a comprendere il testo, ad esprimere il proprio pensiero continuando nella propria azione anche se i risultati non sembrano proporzionati agli sforzi compiuti.
Difficoltà nell'esprimere le proprie idee
Fabio scrive: "II mondo di oggi è pieno d'invenzioni più strane e sconosciute. Ogni anno si scopre una cultura diversa e una scienza diversa. Dai tempi remotissimi ad adesso la cultura non si è mai fermata".
E Giuseppe: "Nel futuro gli scienziati hanno già detto che ci saranno delle specie di macchine simili all'uomo ma che sono chiamati robot e che ci serviranno molto. Ma nel futuro non ci saranno solo queste macchine, ma ci saranno anche degli aerei che permetteranno di visitare la luna, e tutti potranno andare. Il mondo del futuro non si può descrivere perché può darsi che quello che scrivono sui giornali o dicono in TV può darsi che siano tutte cose non vere, perché il mondo può darsi che resti uguale e i robot non li creino".





In questi passi si nota difficoltà a formare periodi corretti e soprattutto ad esprimere con chiarezza le proprie idee. Ripetizioni, contorsioni, uso non corretto dei termini rendono la lettura molto faticosa. Spesso il periodo e confuso perché sono confuse le idee; ad esempio Giuseppe delinea alcuni aspetti del futuro e poi afferma che non è possibile descriverlo. Spesso gli alunni che si esprimono con difficoltà vivono in un ambiente poco stimolante, sono poco interessati allo studio o hanno gravi problemi da affrontare; ecco perché forse questo è uno degli scogli maggiori da superare. Un disturbo nella comunicazione, spesso, non è che un sintomo di un problema molto più grave, è un mezzo per chiedere inconsciamente aiuto, per indicare che il soggetto non riesce a superare una grossa difficoltà. In questo caso gli sforzi dell'insegnante sono vanificati: bisognerebbe eliminare le cause reali ed in seguito procedere alla rieducazione del linguaggio.



Educazione emotiva e gestione delle emozioni nella sindrome autistica






Educazione emotiva e gestione delle emozioni nella sindrome autistica




La CBT (Cognitive Behaviour Therapy) è indicata come raccomandazione per Asperger e autismo ad alto funzionamento per il trattamento della rabbia e la comorbidità con i disturbi d´ansia nelle Linee Guida Autismo redatte dall´Istituto Superiore di Sanità 





La Cognitive Behaviour Therapy (CBT) è stata adattata da Tony Attwood dalla fine degli anni ´90 allo spettro autistico poiché mostra molti punti di contatto con le caratteristiche cognitive, emotive e relazionali delle persone con SA e HFA in quanto offre una spiegazione delle emozioni da un punto di vista scientifico e strategie di controllo cognitivo delle emozioni.





Comportamenti autistici




Le ricerche che utilizzano gli strumenti di Neuroimaging hanno individuato nel cervello di persone con SA, anomalie strutturali e funzionali nell´amigdala, l´area cerebrale preposta alla decodifica emotiva di stimoli sensoriali e di comportamenti sociali oltre che alla regolazione di alcune emozioni come la rabbia, l´ansia e la tristezza. L´amigdala invia alla corteccia prefrontale le informazioni circa lo stato di attivazione emotiva (arousal) interno, conseguente alla percezione di minaccia o pericolo, in modo da attivare i processi esecutivi coscienti circa quale comportamento sia più adeguato alla situazione. A causa delle anomalie sopramenzionate, le persone con SA non possono essere immediatamente coscienti che a livello fisico è in atto un aumento dell´arousal e nemmeno chi gli sta intorno, perché spesso sono amimici e non sono in grado di esprimere con il comportamento non verbale (mimica facciale, voce, postura, ecc.) l´emozione che stanno provando






Autismo, a sei mesi già visibile con la brain imaging






Quando l´impulso nervoso dall´amigdala arriva al lobo frontale è talmente intenso e di conseguenza, la persona talmente agitata, che ogni tentativo di controllo cognitivo sia interno che esterno, risulta inutile. Quindi spesso accade che queste persone sperimentano delle improvvise e, a volte, violente crisi comportamentali, con ripercussioni anche fisiche e sensoriali (meltdown), senza essere in nessun modo consapevoli di quello che sta per succedere al loro corpo.

Il mondo delle emozioni è un terreno quasi inesplorato, tutto da scoprire e studiare, come scrive Marc Segar, persona con SA: «le persone autistiche devono capire scientificamente ciò che le persone non autistiche capiscono già istintivamente».


Funzioni cerebrali in 3D



Le numerose ricerche di Neuroimaging sui deficit di Teoria della Mente e funzioni esecutive, unite all´esperienza clinica, suggeriscono la presenza di una maggiore predisposizione nelle persone con SA in confronto ai neurotipici, rispetto a due caratteristiche cognitive. In primo luogo la maggiore facilità ad assumere come proprie idee, schemi di pensiero e assunzioni distorte e, in secondo luogo, la difficoltà nel considerare spiegazioni o soluzioni alternative ad un problema e nell´elaborare autonomamente una rappresentazione degli eventi in prospettiva, ovvero, ad esempio, valutare il grado di realtà e di probabilità che un certo evento temuto si realizzi veramente e precisamente come è stato mentalizzato.

Da questo quadro emerge l´importanza sia dell´educazione emotiva al riconoscimento e gestione delle emozioni, sia la necessità di un intervento di ristrutturazione cognitiva, propri della CBT.

Una parte centrale dell´intervento consiste nell´insegnamento di abilità comportamentali, cognitive ed emotive (coping skills) utili a modificare pensieri e comportamenti, causa di stati emotivi negativi, come ansia, depressione e rabbia.




Lesioni Cerebrali




Da un´attenta analisi delle linee-guida (Practice Guidelines) stilate dall´American Psychiatric Association (APA) secondo l´Evidence Based Medicine, emerge che la CBT rappresenta ad oggi l´intervento di prima scelta per molti disturbi psichiatrici.

Negli ultimi decenni sono state condotte numerose ricerche che hanno dimostrato la sua efficacia nel cambiare il modo di pensare e di rispondere, a livello emotivo e comportamentale, a emozioni come rabbia, tristezza e ansia .

In particolare Sofronoff, Attwood e altri autori riportano, in una ricerca relativa all´intervento sulla gestione della rabbia in bambini con SA , una serie di casi studio e di ricerche che dimostrano come la CBT riduca significativamente i disturbi dell´umore in bambini e adulti con SA. Questi risultati sono coerenti con la maggior parte della letteratura scientifica sull´argomento che ha confermato l´efficacia degli interventi per la gestione della rabbia basati sulla CBT.





Sezione funzioni cervello 3D





La CBT è indicata come raccomandazione per Asperger e autismo ad alto funzionamento per il trattamento della rabbia e la comorbidità con i disturbi d´ansia nelle Linee Guida Autismo redatte dall´Istituto Superiore di Sanità
Un programma di intervento di CBT modificata per adattarsi efficacemente alle esigenze cognitive e sensoriali delle persone con SA, si focalizza su sia aspetti emotivi che cognitivi. Le aree di valutazione e di intervento dello sviluppo emotivo sono la maturità dell´espressione emotiva, la complessità o sottigliezza del lessico emotivo e l´efficacia nella gestione delle emozioni.





Sezione funzioni cervello 3D





Un programma CBT si divide in più fasi: la valutazione della natura e del grado del disturbo dell´umore, l´educazione emotiva, la ristrutturazione cognitiva, la gestione dello stress, l´automonitoraggio e la programmazione delle attività per esercitarsi e mettere in pratica le nuove strategie e abilità cognitive
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