domenica 12 aprile 2015

La mano assassina



La mano assassina

Un giorno una signora entrò nello studio della clinica del professor Kurt Goldstein che, all’epoca, aveva una fama mondiale, per le sue eccezionali capacità mediche e il suo proverbiale occhio clinico. La donna appariva normale, conversava amabilmente e anzi sembrava non avere alcun problema. Ma era afflitta da un unico bizzarro disturbo: ogni tanto la mano sinistra le scattava in su, l’afferrava per la gola e tentava di strangolarla. La paziente doveva spesso usare la destra per trattenere la sinistra e costringerla a starsene buona. Certe volte le toccava addirittura sedersi sul malefico arto per combattere la furia con cui questo pretendeva di attuare il suo disegno criminoso.

Ricostruzione 3D emisfero sinistro

 I due emisferi

Noi abbiamo, due emisferi cerebrali protetti dal guscio osseo del cranio. Come abbiamo due occhi, due reni o due femori. I due emisferi, sono collegati alla base, come la noce, da una struttura ponte chiamata corpo callosoche permette ai “due cervelli” di rimanere in “sincronia” e non andarsene con i propri pensieri ognuno per conto suo. A differenza di come appaiono dall’esterno, vale a dire due metà speculari, simili alle metà di una noce, sono deputate invece a distinte capacità mentali. Controllano ognuna la parte opposta del corpo. La più evidente differenza riguarda il linguaggio, posto nella stragrande maggioranza dei casi, nell’emisfero sinistro.Il destro invece è meno razionale, ma risponde meglio e con emozioni adeguate alle situazioni che capitano. Per questo quelli a cui viene un ictus all’emisfero destro (con conseguente paralisi a sinistra) sono “più fortunati”, non comprendendo appieno la gravità della situazione appaiono beatamente indifferenti, se non addirittura euforici. A differenza degli altri, che in genere sonogiustamente piuttosto depressi. La maggior parte delle persone che scrivono con la destra hanno l’emisfero sinistro specializzato nel pensiero astratto, matematico e, come abbiamo detto, il linguaggio. L’emisfero destro si occupa soprattutto di relazioni spaziali, riconoscimento di persone, musica, mimica ed emozioni.

Ricostruzione emisfero sinistro e aree associate


Un famoso esperimento
L’analisi di soggetti con cervello diviso è stata condotta per la prima volta da Roger Sperry in CaliforniaIn un famoso esperimento un soggetto operato con taglio del corpo calloso, per impedire che la grave epilessia di cui soffriva si propagasse da un emisfero all’altro, fu sottoposto ad un test. Davanti ad uno schermo, progettato in un modo particolare, gli fu fatta vedere una zampa di pollo all’emisfero sinistro e contemporaneamente un’immagine di neve all’altro. Quando gli fu chiesto di scegliere delle carte con l’immagine da accoppiare a quella che vedeva in quel momento, la mano destra scelse un pollo, mentre la sinistra una pala. Alla domanda perché avesse fatto quella scelta disse: la zampa è associata al pollo mentre la pala serve a pulire il pollaio. Naturalmente aveva risposto solo l’emisfero sinistro, l’unico in grado di comprendere il linguaggio, ed aveva inventato una spiegazione logica anche per la pala, poiché nulla sapeva della neve. 


Ricostruzione emisfero sinistro e relativo emisfero limbico


Nell’emisfero destro hanno sede processi rapidi, attivi simultaneamente, parallelamente, globali, di sintesi, olistici, percepisce sensazioni, rappresentazioni non verbali, utilizza rappresentazioni “analogiche” e non si pone il problema delle spiegazioni.
Nell’emisfero sinistro accadono processi meno rapidi, lineari, sequenziali, tempo-dipendenti; dà significato alle parole e crea racconti, usa come rappresentazione pacchetti d’informazione monosemantici, utilizza rappresentazioni “digitali”, inventa narrazioniQuesta capacità di inventarsi storie, dare senso, coerenza e spiegazioni anche a partire dai pochi dati che dispone utilizzando la ragione, è stata chiamata da Michael Gazzaniga “interprete”.



 Emisfero limbico sinistro privo di Neo-cortex 



Conclusione
Kurt Goldstein, dopo aver visitato la signora per metà suicida, sentenziò che la paziente non era pazza, ma aveva i due emisferi non in sincronia fra loro. L’emisfero destro aveva latenti pensieri d’autosoppressione violenta e un genuino progetto di eliminare l’intero corpo. All’inizio quando i due emisferi funzionavano all’unisono, l’impulso era stato tenuto a freno dai messaggi inibitori inviati tramite il corpo calloso dal più razionale emisfero sinistro. Poi in seguito ad un ictus al corpo calloso, suppose Goldstein (a quei tempi non esistevano tecniche per immagini a provarlo), l’inibizione era stata rimossa e ora l’emisfero destro poteva compiere la sua insana impresa utilizzando la mano sinistra. A qualcuno quella diagnosi sembrò fantascienza, ma il caso volle che non molto tempo dopo la donna morì, non per autostrangolamento ma per un ictus. L’autopsia confermò i sospetti del neurologo che qualche tempo prima era stata colpita da un ictus del corpo calloso che aveva interrotto le comunicazioni e il dialogo tra i due cervelli, sicché il destro era sfuggito al consueto controllo del sinistro. Più di sessanta anni fa Goldstein aveva svelato la duplice natura della funzione cerebrale, dimostrando che i due emisferi erano in effetti preposti a compiti diversi. Che potrebbero essere persino opposti. Anche se noi di ciò non ne abbiamo la seppur minima consapevolezza.

venerdì 10 aprile 2015

Roger Sperry, funzioni degli emisferi cerebrali




Roger Sperry, funzioni degli emisferi cerebrali




Fino agli anni ’60 era in uso curare persone affette da forme particolarmente gravi di epilessia con interventi chirurgici altamente invasivi. Una delle forme di intervento che sembrava particolarmente valida, perché i soggetti sottoposti all’operazione non mostravano, in un primo momento, segni di effetti collaterali invalidanti nelle comuni abilità cognitive dell’uomo, era la resezione del corpo calloso. Il corpo calloso è un complesso sistema di fibre nervose che connette funzionalmente i due emisferi cerebrali. L’idea era che la tempesta elettrica con l’origine in un punto del cervello, causa degli attacchi epilettici, non sidiffondesse all'intero encefalo grazie all'isolamento dei due emisferi. Oggi non è più in uso un simile trattamento perché si è visto, in realtà, che nel lungo periodo i soggetti Split-Brain (cosi vengono chiamati i pazienti sottoposti alla resezione chirurgica del corpo calloso) danno segni di gravi disturbi cognitivi e della memoria. In ogni caso grazie a studi approfonditi che nel corso degli anni diversi ricercatori hanno condotto sui pazienti Split-Brain sono state fatte interessanti scoperte. 




A sinistra sistema limbico, formazione presente nei mammiferi da 70 mil di anni prelude all'attaccamento, accudimento, agonismo e cooperazione. A destra il cervello rettile residuo ancestrale da circa 300 mil prelude alla predazione, esplorazione e sessualità. (Vedi post "Paul D. MacLean, cervello tripartito e cognizione")

  
Roger Sperry, del California Institute of Technology di Pasedena fu il primo a condurre indagini in questo campo. Il suo lavoro pionieristico è oggi riconosciuto come un’importantissima tappa nella costruzione dell’apparato concettuale delle neuroscienze. Oltre ad importanti scoperte sull’asimmetria funzionale degli emisferi cerebrali, motivo delle indagini ed esperimenti, fu scoperto un curioso fatto che suscitò sorpresa tra gli stessi scienziati. Dal momento che i due emisferi separati dall’intervento chirurgico non hanno più la possibilità di comunicare tra loro, cioè scambiarsi segnali attraverso il fascio nervoso del corpo calloso, è possibile, con alcuni accorgimenti, inviare messaggi differenti ai due emisferi cerebrali. Ora, è stato dimostrato ripetendo gli esperimenti su diversi pazienti che è possibile chiedere all’emisfero destro di eseguire alcune azioni lasciando completamente all’oscuro l’emisfero sinistro. Cosa accade in simili condizioni? Semplice, il paziente esegue scelte o azioni in base all’indicazioni ricevute dall’emisfero destro come se tutto forse perfettamente normale. L’interessante accade quando rivolgiamo al soggetto domande sul perché delle sua azioni.





 L’emisfero sinistro, nel quale ha sede l’area incaricata del discorso linguistico, quindi il solo a poter rispondere, non sa nulla delle richieste ricevute dall’emisfero destro ma in nessun caso studiato la risposta è stata: << in realtà non lo so>> . L’emisfero sinistro ha sempre trovato una spiegazione altamente plausibile anche se non aveva nessun punto di contatto con la realtà dei fatti. Per esempio se veniva proiettata, in direzione dell’emisfero destro, l’indicazione “si alzi ed esca dalla stanza” il paziente non esitava ad eseguire il compito. Quando poi gli veniva chiesto di motivare il suo comportamento forniva risposte del tipo: << volevo solo andare a prendere un po’ d’acqua>>. Questa sorprendente capacità ad avere sempre la risposta pronta ha fatto supporre a diversi scienziati che l’interpretazione dei fatti è una funzione precisa di qualche area specifica dell’emisfero sinistro, e per questo difficile da eludere. Secondo Michael Gazzaniga, del Dartmouth College nel New Hampshire, ex alievo di Sperry, << nel cervello di ognuno di noi c’è una sorta di interprete>>.



Sistema limbico della donna - (Al posto di insulina leggasi Insula)




Infatti l’ipotesi che questa funzione sia presente solo nei soggetti con gli emisferi cerebrali divisi è alquanto improbabile. Molte aree del cervello assolvono ai loro compiti senza che l’attività emerga alla superficie della coscienza, eppure hanno un ruolo importante nel determinare alcuni nostri comportamenti. La teoria dell’interprete cerca di dimostrare che la formulazione di teorie e credenze in grado di spiegare in modo coerente e logico molti dei nostri comportamenti e stati d’animo sia fondamentale per il senso d’identità dell’individuo. << la mia ipotesi è che il cervello umano sia costretto a interpretare i comportamenti reali e a costruire una teoria che ne spieghi le motivazioni >>, precisa Gazzaniga. Se questa teoria si dimostra valida va da sé che, seguirne le sue logiche conseguenze, porta inevitabilmente ad una profonda revisione del nostro approccio allo studio delle credenze e teorie che da sempre l’uomo ha costruito intorno al mondo e a i sui fenomeni.