lunedì 8 agosto 2016

Autismo, deficit cognitivi e schizofrenia

AUTISMO, DEFICIT COGNITIVI E SCHIZOFRENIA

Sono centinaia le mutazioni di geni che alterano il corretto funzionamento neuronale e che espongono al rischio di disturbi dello spettro autistico. Lo hanno confermato due nuovi studi basati sul sequenziamento genico di campioni prelevati da migliaia di soggetti autistici e loro familiari. Alcune mutazioni sono le stesse  identificate in soggetti con deficit cognitivi e schizofrenia.

Una serie di mutazioni genetiche che aumentano notevolmente il rischio di disturbi dello spettro autistico sono state identificate in due nuovi studi pubblicati su “Nature”.

I disturbi dello spettro autistico colpiscono una quota della popolazione generale variabile tra 3 e 6 individui su 10.000 e sono caratterizzati da una compromissione delle relazioni sociali, disturbi della comunicazione e comportamento stereotipato. Da decenni si cerca di completare il complesso mosaico delle mutazioni genetiche che determinano il rischio di insorgenza di questo disturbo. Finora, ne sono stati indentificati più di un centinaio: ciascuno di esse altera un particolare elemento che concorre al corretto sviluppo neurobiologico dell’individuo e della corretta funzionalità neurologica.

Le mutazioni genetiche a rischio autismo

Questi due ultimi studi hanno usato entrambi la tecnica di sequenziamento dell’esoma, cioè l’insieme dei geni che condificano per proteine, chiamati esoni.

Nel primo studio, Joseph Buxbaum del Mount Sinai Hospital di New York e colleghi hanno analizzato campioni di DNA di 3871 individui autistici e 9937 soggetti di controllo, identificando oltre 100 geni che probabilmente influenzano il rischio d'insorgenza del disturbo.

Oltre il 5 per cento dei soggetti autistici infatti mostra mutazioni de novo, cioè non ereditate dai genitori, che determinano una perdita di funzionalità di questi geni. Si ritiene che molti dei geni mutati siano importanti per la funzionalità neuronale, per la formazione delle connessioni tra neuroni, per la trasmissione dei segnali nervosi attraverso le sinapsi e infine per la regolazione dell'espressione genica.

Nel secondo studio, Michael Wigler del Cold Spring Harbor Laboratory a Cold Spring Harbor, nello Stato di NewYork
e colleghi hanno sequenziato gli esoni di più di 2500 famiglie, ciascuna delle quali con un figlio affetto da autismo, confrontando i profili genetici dei bambini autistici con quelli dei bambini non autistici.

Dall’analisi dei dati, gli autori hanno potuto stimare il contributo delle mutazioni all'incidenza dei disturbi dello spettro autistico: il 13 per cento delle mutazioni di senso (missense), cioè di quelle che determinano la sintesi di una proteina con un amminoacido mutato e quindi con una funzionalità non ottimale, contribuisce al 12 per cento delle diagnosi. Mentre il 43 per cento delle mutazioni de novo che rende il gene colpito non funzionale, determina il 9 per cento delle diagnosi.

Da rilevare che, come già emerso in studi passati, alcune mutazioni in grado di alterare l'espressione di un gene sono le stesse individuate per i deficit intellettivi e la schizofrenia. Ciò indica che i farmaci usati per questi disturbi potrebbero rivelarsi utili anche per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico. Credit Le Scienze

Bambino autistico durante la pet therapy, una delle terapie più efficaci per il miglioramento dei sintomi di questo disturbo (© AMELIE-BENOIST / BSIP/BSIP/Corbis)

Nessun commento:

Posta un commento