Vedete che ci combina l'amigdala! Trattiamola bene altrimenti ci mette nei guai! È solo una mandorla nel sistema limbico! Ma spesso sequestra il cervello e impone i suoi comandi!
L’amigdala è la centralina del cervello che anticipa il dolore! (Non dimentichiamo che le amigdale sono 2 è la destra è più grossa)
I ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele, in uno studio pubblicato sulla rivista The Journal of Neuroscience, hanno mostrato che è l’amigdala, il centro neurale della paura e dell’ansia, a fare da “centralina” per l’esagerata anticipazione del dolore conseguente alle possibili perdite derivanti da una scelta.
Gli studiosi si sono concentrati sull’origine delle differenze individuali nell’avversione alle perdite, e, utilizzando la risonanza magnetica funzionale, le hanno individuate in un complesso insieme di risposte cerebrali. E’ addirittura il volume dell’amigdala a spiegare le differenze tra i singoli individui nella propensione a cadere vittime di questa insidiosa trappola decisionale.
L’amigdala è una struttura cerebrale posta nella profondità di ciascuno dei due emisferi cerebrali, essenziale per le capacità di apprendere i pericoli intorno a noi, di riconoscerli e preparare l’organismo ad una risposta adeguata, ad esempio “combatti o scappa”. Prendere decisioni implica la capacità di prevedere le conseguenze positive e negative di ogni possibile scelta. Questo consente di soppesarle attentamente, per arrivare a selezionare quella che riteniamo più vantaggiosa.
La variabilità dei possibili risultati ha consentito di identificare le regioni cerebrali che, rispetto allo stato di riposo, aumentano o riducono la loro attività in maniera proporzionale ai possibili guadagni e perdite.
Il sistema dopaminergico, un insieme di strutture del cervello che si parlano tra loro utilizzando come mediatore la dopamina, si attiva quando anticipiamo i guadagni e si disattiva quando anticipiamo le perdite. Un altro sistema emotivo, centrato sull’amigdala, si attiva per le perdite e si disattiva per i guadagni.
Ma, a parità di somma in gioco, le risposte associate alle perdite sono generalmente più intense di quelle associate alle vincite, e l’entità di questa asimmetria, che varia da persona a persona, riflette la tendenza di ciascun individuo ad essere avverso alle perdite. Non solo: questa tendenza è anche fortemente collegata alle dimensioni dell’amigdala, ovvero è maggiore in chi ha un’amigdala più grande. Queste differenze, ovviamente, non sono visibili ad occhio nudo, ma emergono chiaramente con le sofisticate analisi condotte.
Oggi sappiamo che l’amigdala riconosce anche i possibili pericoli insiti nelle nostre stesse azioni e che la sua attivazione ci spinge più spesso di quanto sarebbe razionale, ad evitare di agire. Questo “freno” al comportamento ci può salvare la vita ma, se non è a sua volta tenuto sotto controllo dal cervello razionale, ci può impedire di cogliere le opportunità offerte dall’ambiente.
L’esperienza ci insegna che le persone sono tra loro molto diverse da questo punto di vista: i risultati di questo studio costituiscono quindi un punto di partenza per studiare il ruolo dei fattori genetici e delle esperienze di vita nell’influenzare, tra l’altro, la nostra propensione a correre rischi o, piuttosto, a stare sul sicuro.
Credit La Stampa
sabato 30 luglio 2016
CHE GROSSA AMIGDALA CHE HAI !
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