venerdì 24 marzo 2017

IL GENE DELL'OTTIMISMO SI APPRENDE!

Ottimismo, autostima e senso di controllo sulla propria vita sono correlati, almerno in prima battuta, con il tipo di variante posseduta del gene per un recettore dell'ossitocina.

Un gene strettamente collegato a tratti della personalità come l'ottimismo, l'autostima e il senso di controllo sulla propria vita è stato identificato da un gruppo di ricercatori dell'università della California a Los Angeles, che ne danno conto in un articolo pubblicato in anteprima on line sul sito dei Proceedings of the National Academy of Sciences.

"Sono alla ricerca di questo gene da alcuni anni, e non è il gene che mi aspettavo",ha osservato Shelley E. Taylor, che ha diretto lo studio. "Sapevo che ci doveva essere un gene per queste risorse psicologiche."

Il gene in questione codifica un recettore dell'ossitocina (OXTR) - un ormone che aumenta in risposta a stress ed è associato a buone abilità sociali - e in una specifica posizione può resentarsi in due versioni: una variante "A" (adenina) e una variante "G" (guanina). Diversi studi hanno suggerito che le persone con almeno una variante "A" abbiano una maggiore sensibilità allo stress, capacità sociali più povere e un maggior rischio di problemi di salute mentale.

I ricercatori sono ora riusciti ad appurare che le persone che in quella specifica posizione possiedono due "A" o una "A" e una "G" hanno livelli notevolmente più bassi di ottimismo, autostima e senso di padronanza del proprio destino rispetto alle persone con due "G".

"A volte le persone sono scettiche sul fatto che i geni possano far prevedere qualsiasi tipo di comportamento o lo stato psicologico. Penso che abbiamo dimostrato in modo conclusivo che lo fanno", ha detto la Taylor, che ha però sottolineato che ciò non significa affatto che lo determinino.

"Alcune persone pensano che i geni
siano il destino, che se si ha un gene specifico, allora si avrà un esito particolare. Non è assolutamente così. Questo gene è un fattore che influenza le risorse psicologiche e la depressione, ma c'è molto spazio per i fattori ambientali. Un buon sostegno durante l'infanzia, buone relazioni, amici e anche altri geni hanno tutti un ruolo nello sviluppo delle risorse psicologiche, e questi fattori svolgono un ruolo molto importante se le persone diventano depresse."

Inoltre, ha aggiunto la Taylor, "più geni si studiano, più ci si rende conto che molti fattori influenzano la loro espressione."

"L'espressione dei geni non è sempre stabile", spiega Shimon Saphire-Bernstein, primo firmatario dell'articolo. "Per caratteristiche fisiche come il colore degli occhi lo è, ma per la depressione potrebbe cambiare nel giro di una settimana. I geni sono solo uno di una serie di fattori che contribuiscono al comportamento, alla malattia e a disturbi come depressione ". Anche le persone con la variante "A" sono in grado di superare la depressione e gestire lo stress: "Non abbiamo trovato nulla - ha detto la Taylor - che interferisca con l'apprendimento delle competenze di coping", ossia con la possibilità di trarre vantaggio dalle tecniche psicoterapeutiche per avere un atteggiamento più ottimista, avere maggiore autostima e un più alto senso delle proprie capacità di affrontare eventi stressanti.

"All'inizio - ha scritto la Taylor - ritenevo che la biologia determinasse gran parte del comportamento; è stata così una sorpresa vedere come le relazioni sociali potessero chiaramente forgiare la nostra biologia di base, anche a livello di espressione genica". Credit Le Scienze

mercoledì 22 febbraio 2017

NEUROSCIENZE E DIDATTICA!

Sia pure con qualche approssimazione, è possibile affermare che poco più di cinquant’anni fa la mente e il comportamento umano erano ancora appannaggio esclusivo della filosofia e della psicologia, mentre si riteneva che la biologia e la medicina fossero in grado di fornire risposte circoscritte esclusivamente alla patologia, ai casi di malattie e alle lesioni del sistema nervoso…

Oggi, invece, la situazione è profondamente cambiata: guardiamo alla mente in modo nuovo, in quanto le neuroscienze hanno riassunto i metodi e i risultati di discipline diverse che vanno dalla psicologia cognitiva alla neurofisiologia e alla biologia molecolare; inoltre, le neuroscienze hanno messo a punto numerose tecniche e strategie che hanno consentito di inquadrare e conoscere molti aspetti dei rapporti tra sistema nervoso e processi mentali, sia dal punto di vista fisiologico che patologico!

L’enorme progresso che stiamo vivendo riguardo la conoscenza della struttura e del funzionamento del sistema nervoso e ai promettenti sviluppi nel trattamento delle malattie neurologiche e psichiatriche hanno fatto sì che, attualmente, le neuroscienze siano tra le discipline di punta in campo biologico e medico.

Ecco perché un docente che guarda la disabilità deve conoscere almeno L'ABC del cervello! La conoscenza consente di lanciare dei link tra Biologia, Medicina e Didattica avanzata! I seguenti schemi indicano sommariamente gli ambiti di competenza delle Neuroscienze!