Inclusione come impegno internazionale
La rimozione delle barriere che ostacolano l’apprendimento e la par-
tecipazione
di tutti gli alunni alla vita scolastica è l’elemento fondamen-
tale
dell’educazione inclusiva, i cui principi ispiratori, radicati nella lotta
alla
discriminazione, alla diseguaglianza e all’esclusione dall’istruzione
in
particolare delle fasce più deboli, sono tesi ad orientare le politiche e
le
strategie socioculturali ed economiche dei vari Paesi per rendere reale
l’educazione
per tutti.
Gli
ambiziosi obiettivi, da raggiungere entro il 2015,
ormai del tutto obsoleti, muovono dall’affermazione e dall’esercizio
dei
diritti umani fondamentali (Dichiarazione universale dei diritti umani)
e
richiedono una revisione e una rivisitazione di molti aspetti del sistema
Education for All è in realtà un programma che,
pur
avviato fin dal 1990
nell’ambito della conferenza
sull’educazione
svoltasi
a Jomtien (Thailandia), ha
assunto attenzione e
rilevanza
crescenti
dopo il World Education
Forum svoltosi a Dakar nel 2000 e
in cui l’UNESCO acquisì il
ruolo di organo responsabile dell’intero
programma, con il compito
di coordinare tutti gli stakeholder coinvolti,
sia
nel fornire flussi di informazioni e di
dati statistici, mediante
il
Global Monitoring
Report, relativiai risultati
ottenuti, sia nell’individuare
linee
di indirizzo delle azioni da intraprendere.
I temi al centro dell’attenzione sono quelli dell’analfabetizzazione nei
Paesi
in via di sviluppo e delle cause che la determinano, ovvero povertà,
malattie, tradizioni
locali di discriminazioni, conflitti
armati, catastrofi
naturali,
assenza di infrastrutture adeguate. L’istruzione per
tutti, e in
particolare l’istruzione
di base gratuita
e
obbligatoria,
è dunque ritenuta un fattore fondamentale per la lotta alla
povertà
e per la crescita globale di ogni Paese e l’affermazione dei diritti
di
tutti.
L’impegno
è quello di garantirla, permettendo ad ogni bambino/a di
riuscire
a terminare un ciclo completo di scolarizzazione, aumentando il
livello di
alfabetizzazione del 50% e assicurando
una più giusta
equità
d’accesso
all’educazione tra i sessi.
Per quanto riguarda il nostro Paese, la Cooperazione italiana perse-
gue il
raggiungimento degli obiettivi
del Dakar Framework of
Action
for Education for All, adottato nel 2000 in sede UNESCO di cui è stato
già
fatto cenno, ed è impegnata particolarmente nel sostenere l’iniziativa
lanciata
dalla Banca Mondiale per “Efa fast-track
iniziative” (EFA-FTI),
ovvero
per la realizzazione di un “percorso accelerato” verso l’educazio-
in
favore dell’istruzione, è stata approvata nel 2002 dal G8 a Kananaskis
(Canada),
sulla base dei lavori della Task Force G8, presieduta dall’Italia,
svoltisi nel
2001, e che
ha dato luogo
al documento “A new
focus
on Education for All”, in
cui particolare evidenza
è stata conferita
allo
sviluppo delle
opportunità digitali (DOT.Force, Digital
Opportunities
Task Force).
Rispetto a
quest’ultime, la Cooperazione
italiana si è
impegnata ad
estendere
l’utilizzo delle tecnologie informatiche e della
comunicazione
(ICT) per la formazione degli insegnanti e per rafforzare le strategie educative.
della
scuola inclusiva impegnata a promuovere, in un’ottica sistemica, il
successo
scolastico e sociale di ciascun allievo, attraverso scelte proget-
tuali
e organizzativo-didattiche in grado di valorizzare le diversità, svi-
luppando
il senso di appartenenza (Canevaro 2006, 2007) alla comunità
mediante la
costruzione di relazioni
cognitive, sociali ed
emozionali, e
agendo
sul senso di responsabilità individuale e sociale.
È quindi un concetto in continua evoluzione e, attualmente, è un pro-
cesso in
corso all’interno di
quei sistemi educativi
che focalizzano la
propria attenzione
sulle opportunità sia di accesso
all’istruzione sia di
successo
formativo rispetto ai risultati ottenuti.
Nell’ambito della 48ma sessione della Conferenza internazionale sull’educazione dell’UNE-SCO, dedicata all’“Inclusive education: the way of the future” (Ginevra, 25 e 28 novembre 2008) è stata sottolineata l’esigenza di precisare con maggiore rigore la dimensione concettuale dell’inclusione in relazione al concetto di integrazione e al costrutto teorico dei Bisogni Educativi Speciali (BES).
Nell’ambito della 48ma sessione della Conferenza internazionale sull’educazione dell’UNE-SCO, dedicata all’“Inclusive education: the way of the future” (Ginevra, 25 e 28 novembre 2008) è stata sottolineata l’esigenza di precisare con maggiore rigore la dimensione concettuale dell’inclusione in relazione al concetto di integrazione e al costrutto teorico dei Bisogni Educativi Speciali (BES).
L’obiettivo
del successo formativo pone in primo piano l’importanza
strategica
di scelte democratiche e solidali per la prevenzione del rischio
di
emarginazione e di esclusione da ogni circuito vitale.
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· Processo che risponde alla variabilità degli stili di apprendimento
· Promuove le risorse e le potenzialità di ciascuno
· Implica dei cambiamenti nel contesto: nei contenuti, nelle strutture, nelle
metodologie
· Processo che riduce l’esclusione dall’educazione
· Garantisce i diritti alla formazione, alle pari opportunità e alla partecipazione sociale
· Finalità: formazione di buona qualità per i soggetti in fase di apprendimento a prescindere dalle loro caratteristiche
· È un approccio per eliminare le barriere all’apprendimento
· È un processo per favorire la partecipazione sociale
· Nella scuola si sviluppa con: l’accettazione della diversità e la promozione
delle risorse dell’insegnamento
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