La deprivazione affettiva riduce lo sviluppo cognitivo
Uno studio condotto in Romania mostra che i bambini allevati in
istituto soffrono di una riduzione dello sviluppo sia della materia grigia sia
della materia bianca del cervello. Il passaggio dall’istituzione a una famiglia
affidataria consente però il recupero della materia bianca. I risultati dello
studio hanno implicazioni ampie e riguardano anche bambini esposti ad abusi e
all'abbandono
Uno
stato di grave trascuratezza psicologica e fisica produce cambiamenti
misurabili nel cervello dei bambini, che causano un minore sviluppo della
materia grigia e di quella bianca, a cui peraltro può essere in buona parte
posto rimedio con adeguati e tempestivi provvedimenti. A dimostrarlo è uno
studio condotto al Children Hospital di
Boston in cui i ricercatori hanno
analizzato le scansioni cerebrali ottenute con risonanza magnetica di gruppi di
bambini rumeni inseriti in un progetto di intervento precoce sull’infanzia
abbandonata, volto a dare bambini allevati in orfanotrofi in affido a famiglie
in grado di fornire un’assistenza di buona qualità.
"Troviamo
un numero sempre più grande di prove del fatto che l'esposizione a situazioni
avverse durante l'infanzia ha un effetto negativo sullo sviluppo del cervello,"
dice Margaret Sheridan, prima firmataria dell’articolo
pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”
in cui è illustrato lo studio. "Le implicazioni sono ampie, non
solo per i bambini che vivono in istituti, ma anche per i bambini esposti ad abusi e abbandono, alla violenza durante la guerra,
alla povertà estrema e ad altre avversità."
Sheridan
e colleghi hanno confrontato tre
gruppi di bambini fra 8 e 11 anni, il primo dei quali era composto da
bambini allevati in un istituto, il secondo da bambini che fra 6 e 9 anni
avevano lasciato l’istituto per essere affidati a famiglie e il terzo da
bambini che non erano mai stati istituzionalizzati, ovvero non avevano mai
vissuto in istituto. Dalle analisi è risultato che i bambini con una storia di
allevamento in istituto mostravano
un volume della sostanza grigia del cervello significativamente minore
rispetto a quello dei bambini mai istituzionalizzati. Per i soggetti del primo
gruppo, tra l'altro, questa diminuzione di volume interessava anche la materia
bianca, che invece è apparsa indistinguibile da quella del gruppo di controllo
nei bambini dati in affido.
I
ricercatori fanno notare che durante l'infanzia i picchi di crescita della materia grigia si verificano in periodi specifici,
durante i quali l'ambiente può influenzare fortemente lo sviluppo cerebrale. La
sostanza bianca, che è necessaria per formare
connessioni nel cervello, cresce invece in maniera più
lenta e regolare, rendendola verosimilmente più malleabile agli interventi
di cura: "Abbiamo scoperto che la sostanza bianca, che nel cervello
costituisce una sorta di autostrada dell'informazione, mostra qualche segno di recupero",
osserva Sheridan.
"I
nostri studi cognitivi suggeriscono che ci possa essere un periodo delicato durante i primi due anni di vita
in cui l'intervento dell’affido esercita l’effetto massimo sullo sviluppo
cognitivo", osserva Charles Nelson, che ha partecipato
alla ricerca. "Quanto più giovane è il bambino quando è dato in affido,
tanto migliore sarà il risultato."
Secondo
l'UNICEF, sono almeno otto milioni i bambini
che nel mondo vivono in istituti, esposti al rischio di un grave abbandono
fisico e psicologico. Nella maggior parte di questi contesti, infatti, il
rapporto tra operatori e bambini è basso (nelle istituzioni rumene coinvolte nello studio era di uno a 12) e la cura
fortemente irreggimentata.
Origini della Deprivazione Emotiva
1)
La madre è fredda e non affettuosa. Non tiene in braccio il bambino e non manifesta
il suo affetto con il contatto fisico.
2)
Il genitore non dedica abbastanza tempo e attenzione al figlio. Sono pochi i
momenti di gioco.
3)
Il bambino non si sente amato, apprezzato, importante e speciale per il
genitore.
4)
Il bambino non percepisce il genitore come una guida preziosa e come un punto
di riferimento a cui poter raccontare le proprie esperienze, paure ed emozioni.
Si sente non capito e percepisce il genitore come non affidabile.
5)
Il genitore non tranquillizza il figlio che impara a tranquillizzarsi da solo.
6)
Il genitore non ascolta o fa fatica a sintonizzarsi con i vissuti del figlio
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